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Apnea notturna: Cos’è, come si riconosce e come curarla.

CategoriesBenessere / Medical Lab / Salute

Previdorm

22 Marzo 2018

La sindrome dell’apnea notturna (OSA) è pericolosa soprattutto perchè passa inosservata. I sintomi possono sembrare così banali da essere sottovalutati dunque, le conseguenze, diventano pesanti. Toglie il respiro ed è silenziosa.

Sempre più italiani ne soffrono, con un numero così alto che si avvicina a quello dei diabetici.

Uno studio condotto dal Ministero delle infrastrutture e trasporti insieme all’Università di Genova ha messo in luce la gravità e la vastità del fenomeno oltre che le implicazioni negative sul posto di lavoro e per la società. Sergio Garbarino, responsabile scientifico dello studio ha dichiarato: ” Se in Italia i cinque-sei milioni di potenziali pazienti Osas venissero adeguatamente trattati, permetterebbero un risparmio annuo di oltre 15 miliardi di euro, quasi l’equivalenza dell’ultima manovra finanziaria”. 

È davvero importante prendere coscienza di questo problema molto più comune e pericoloso di quanto possiamo immaginare. In questo articolo spieghiamo di cosa si tratta, come riconoscere e come trovare rimedio all’apnea notturna.

Cos’è la sindrome da apnea ostruttiva notturna.

Le apnee sono le più diffuse tra i disturbi del sonno. La sindrome, spesso cronica è data dal collasso delle vie respiratorie e da eventi di chiusura totale (apnea) o parziale (ipopnea) della parte più profonda della faringe, l’ipofaringe, che costringe a ripetuti sforzi per inspirare e riuscire a far passare l’aria. Questa stressa determina un’insufficienza respiratoria. L’interruzione del respiro può verificarsi fino a 30 volte nell’arco di una sola ora e può durare anche alcuni minuti piuttosto che qualche decina di secondi.

Quando alle apnee notturne si associa sonnolenza diurna prende in nome di OSAS ovvero “Sindrome dell’apnea ostruttiva notturna”

Le implicazioni a carico del cuore sono molteplici, tutto il sistema cardiovascolare è sottoposto ad un importante stress. Inoltre, la mancata ossigenazione (ipossia intermittente) può provocare gravi danni cellulari, aumentare i radicali liberi e ossidanti (causa dell’invecchiamento) e alterare le normali funzioni biologiche così come il metabolismo energetico. È stato dimostrato sperimentalmente che l’esposizione ad apnea notturna per un periodo di 1-3 mesi provoca un aumento cronico della pressione arteriosa.

I sintomi

Sonno agitato accompagnato da movimenti frequenti, russare abitualmente e in maniera persistente, pause respiratorie riferite dal partner, risvegliarsi con la sensazione di soffocamento. Questi sono i sintomi dell’apnea notturna che si manifesta nel sonno. Questo è quanto troppo spesso si sottovaluta in quanto ritenuti sintomi normali o accetabili ma che invece sono segnali preoccupanti di un riposo disturbato anche qualora non si fosse in presenza della sindrome vera e propria.

Si aggiungono, poi, sintomi diurni come sonnolenza, la sensazione di non aver dormito bene, bocca asciutta al risveglio e cefalee mattutine, sbalzi d’umore in senso depressivo, irritabilità, disturbi della memoria, perdita di concentrazione, attenzione e coordinazione motoria, perdita di interessi in generale, senso di apatia e riduzione della libido. Nel caso dei bambini, raro e spesso secondario ad ipertrofia del tessuto linfatico delle vie aeree superiori, si riscontra un importante ritardo nella crescita.

La sindrome di apnea notturna è un silent killer che oltre a compromettere lo stato generale di salute, in quanto ostacola le importantissime funzioni del riposo, coinvolge anche le relazioni e le abitudini di vita ed è associata ad un altissimo rischio di morte per cause cardiovascolari.

IMPLICAZIONI NEGATIVE SUL POSTO DI LAVORO

Con il diminuire della salute e delle prestazioni cognitive così come le alterazioni dell’umore il rendimento lavorativo ne risente. In particolari i dati della ricerca sopra citata, condotta su 11mila autotrasportatori maschi italiani, tra il 2016 ed il 2017 e presentata alla Giornata Internazionale del Sonno il 16 Marzo, ha rilevato che il 55% di essi è a rischio di sindrome delle apnee istruttive del sonno e tutti coloro che, invece, ne soffrono già mettono a repentaglio la sicurezza, propria e degli altri, vista l’elevata probabilità di incorrere in incidenti stradali.

LE CAUSE DELL’APNEA E I SOGGETTI PIÙ COLPITI

La sindrome di apnea notturna può derivare da anomalie del tratto oro-faringeo ovvero da problemi anatomici quali la riduzione del calibro delle vie aeree superiori e problemi funzionali dei muscoli dilatatori della faringe ed in particolare del genioglosso. Ci sono però dei fattori di predisposizione al disturbo molto importanti quali il peso eccessivo, obesità, diabete o malattie concomitanti come ipertensione arteriosa, disturbi a livello cardiaco e cerebrovascolari, aritmie, infarto, ictus, insufficienza respiratoria ed altre.

Il disturbo si riscontra maggiormente negli adulti tra i 40 e i 65 anni. Ne sono afflitti più gli uomini (circa 6 milioni) che le donne le quali ne diventano più esposte durante la menopausa.

COME SI CURA L’APNEA NOTTURNA?

I sintomi dell’apnea notturna possono essere sottovalutati e scarsamente identificabili da una semplice visita medica. Inoltre, non c’è alcun segnale che può essere osservato dalle analisi del sangue. Nella maggior parte dei casi è il partner di letto ad accorgersi e riferire dei disturbi. Non è il caso di risolvere dividendo le stanze da letto, piuttosto prendere seri provvedimenti e prenotare una visita specialistica.

Attualmente ci sono diverse terapie per contrastare la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, dalla chirurgia otorinolaringoiatrica a dispositivi di pressione positiva o di avanzamento mandibolare. Chiaramente, viste le differenti possibili cause, l’approccio varia a seconda che ci sia un problema anatomico oppure sia dovuto a meccanismi neurofisiopatologici e muscolari o ancora, si può intervenire con terapie per il dimagrimento o chirurgia bariatrica.

Solo un’indagine approfondita può rivelare il giusto percorso terapeutico da affrontare. La prima cosa da fare è dunque rivolgersi ad un centro di medicina del sonno ed effettuare l’esame polisonnografico. Questa analisi chiarisce l’esistenza di un disturbo di apnee notturne e ne determina la gravità. Rileva altresì le modificazioni neurofisiologiche e cardiovascolari peculiari della sindrome.

La tempestività nelle azioni è fondamentale in quanto le conseguenze del mancato riposo, a lungo andare, potrebbero essere irreversibili.

Il primo rimedio per “curare” le apnee notturne è, come sempre, adeguare il proprio stile di vita adottando abitudini più sane come controllare l’alimentazione, eliminare fumo ed alcolici, fare attività fisica.

COSA POTER MIGLIORARE A LETTO

È giusto ed utile cercare la migliore soluzione di riposo possibile. Il giusto cuscino, ad esempio, può aiutare, ma è importante che l’insieme del sistema di riposo possa garantire la posizione e le condizioni ideali per favorire la respirazione. Ēlevo, il nuovo sistema Previdorm, è stato studiato proprio in questa considerazione. Pone il torace in leggera estensione così da agevolare le funzioni respiratorie. Inoltre, aiuta il lavoro cardiaco e stimola la circolazione sanguigna e linfatica.

Se hai bisogno di un aiuto concreto per migliorare il tuo riposo siamo a tua disposizione.

Chiedi maggiori informazioni e consulta il parere di un esperto

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Tags: apnea, apnea notturna, apnee notturne, Disturbi del sonno, riposo

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